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Progetto di aiuto ai Rifugiati nel Kurdistan Iracheno I trimestre 2016 Stampa E-mail

 


Aiuti ai perseguitati da Isis rifugiati nel Kurdistan Iracheno

 

Sono proseguiti nel primo trimestre 2016 e continueranno nei prossimi mesi , gli aiuti ai profughi fuggiti da villaggi e città dell’Iraq poste sotto assedio da Isis. Le attività sono condotte in collaborazione con la nostra associazione partner Heevie Nazdar for Children di Dohuk

Tal Afar è un’antichissima città ed area del Nord Iraq (nella Bibbia Tel Assar), che si estende ai confini con la Turchia, nel distretto di Ninive .

Vi abitavano prima della devastazione di Isis più di duecentomila persone, appartenenti a differenti ceppi etnici e linguisitici: turcomanni, kurdi, arabi, di religione sunnita, sciita, yazida (antica religione pre islamica professata nell’area del Kurdistan iracheno) e cristiana.

 

Il 16 giugno 2014 lo stato islamico ha catturato la città, massacrando e riducendo in schiavitù centinaia di civili (soprattutto donne e bambini) ed inducendo la popolazione a cercare rifugio nei vicini villaggi e campi profughi del Kurdistan Iracheno, ancora liberi.

In questa zona Isis in un solo giorno, agli inizi di maggio 2015, ha giustiziato centinaia di Yazidi, che erano stati catturati nell’area di Mosul e qui forzosamente deportati.

I rappresentanti politici Yazidi nel parlamento del Kurdistan iracheno hanno denunciato gli atroci crimini, le violenze soprattutto su donne e bambini qui perpetrate, ed hanno rivolto un appello al governo regionale del Kurdistan ed alla comunità internazionale di fare il possibile per liberare gli Yazidi ancora nelle mani dell'Isis, per impedire altre uccisioni, deportazioni e riduzione in schiavitù ai danni delle donne e dei bambini.

In questi mesi abbiamo aiutato molti rifugiati di Talafar, che hanno cercato salvezza nei vicini campi profughi dell’area di Dohuk, e qui hanno vissuto per oltre un anno.

Il 29 novembre 2015 l’esercito kurdo (Peshmerga) ha liberato Tal Afar da Isis.

C’è stata festa nei campi profughi, speranza di ritorno per migliaia di profughi di Tal Afar.

Purtroppo per i primi che han fatto ritorno lo scenario di distruzione lasciato dalle truppe di isis è stato scioccante e si è manifestato in tutta la sua drammaticità, con tutte le scuole, gli ospedali e gli ambulatori distrutti e devastati. Il primo ospedale più vicino - ci hanno detto – ora è praticamente irraggiungibile, a centinaia di chilometri. Non è rimasto nemmeno un “health center” cioè un ambulatorio medico attrezzato accessibile per la popolazione.

Allora ci siamo dati da fare per riaprire i primi ambulatori distrutti, per ridare speranza di ritorno alla popolazione iniziando dall’accesso alle cure ed alle scuole.

Fino ad oggi abbiamo ripristinato quindici ambulatori nei villaggi di Zummar and Rabiaa dell’area di Talafar, portando medicine e garantendo la presenza di un infermiere ed un medico.

E nelle zone dove non c’erano più nemmeno i muri degli ambulatori distrutti, abbiamo cercato un’aula di un edificio scolastico ancora in piedi, o una bottega messa a disposizione dalla gente del posto. Qui con medici ed infermieri diamo aiuto alle persone che ne necessitano, ai bambini, alle donne incinta, alle donne ed ai bimbi che hanno vissuto violenze. Forniamo medicine, cure ma anche vicinanza e condivisione per ricostruire vite distrutte.

E c’è speranza negli occhi dei bimbi e delle madri qui tra i villaggi di Tal afar, speranza di poter vedere oltre la guerra la vita che ricomincia, nonostante tutto…

Marzo 2016: Villaggio di Kemez nel distretto di Zummar: Soccorso alle vittime di armi chimiche

Zummar, a ovest di Mosul, nel distretto di Ninive in Iraq, è una delle prime aree cadute nelle mani dell'Isis. Centro agrcicolo e ricco di petrolio da sempre popolato da arbi e kurdi.

Dopo la liberazione della città avvenuta grazie ad una strenua lotta di resistenza combattuta dai peshmerga kurdi la popolazione ha ricominciato a rientrare in città e nei villaggi. L’8 marzo i peshmerga che continuano a presidiare il fronte per impedire nuove incursioni di Isis hanno chiesto aiuto azione per l’esplosione di una serie di ordigni chimici lasciati da Isisi in prossimità delle case del villaggio di Kemez.

Abbiamo soccorso decine di feriti, molti bambini: tutti con gravi problemi respiratori e ustioni in più parti del corpo . Dopo aver somministrato le cure più immediate per i più gravi è stato necessario il trasferimento all’ospedale di Dohuk.

Purtroppo il rientro dei profughi dopo la liberazione da Isis continua a mietere vittime tra la popolazione civile.


Intervento del mezzo mobile dell’associazione partner Heevie Nazdar for Children a Zummar in soccorso dei civili vittime dell’esplosione chimica


Sono gocce nel mare…C’è ancora tanto da fare…

Ringraziamo tutte/i voi che ci state sostenendo

L’impegno della nostra Associazione è quello di dare continuità al progetto nei prossimi mesi , e proseguire l’attività in aiuto alle popolazioni dei campi profughi ed ai profughi che rientrano nei territori liberati da Isis che non hanno accesso alle cure mediche, collaborando con l’associazione partner Heevie Nazdar for Children di Dohuk.

 

 

 

 

 

 

 

 

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